Sebbene l'esatto anno di edificazione sia ignoto, fonti dell'epoca riportano come la casa esistesse già nel maggio 1814, allorquando l'Imperatore Napoleone, in attesa di imbarcarsi per l'isola di Pianosa, vi trovò riparo da una violente tempesta.
Nel 1898 il conte fiorentino Federigo Mellini e la moglie Francesca visitarono Seccheto per valutare l'acquisizione delle cave di granito. Lì giunti, furono talmente colpiti dalla bellezza selvaggia e incontaminata del paesaggio, che vollero acquistare anche la grande casa che dominava la baia.
Nel 1930 la gestione delle proprietà passò al figlio di Federigo, Piero, allora giovane avvocato, che decise di lasciare Firenze per dedicarsi all'implementazione delle cave e trascorrere la maggior parte del tempo sull'isola. Con l'aiuto dell'amata fidanzata Colette Marmont, ristrutturò la villa conferendole l'aspetto che conserva tutt'oggi.
Piero e Colette amavano così tanto quel luogo, vera oasi di pace e serenità, da rendere il verso di Orazio iste terrarum mihi praeter omnes angulus ridet ("questo angolo di mondo mi sorride più di ogni altro") il motto della casa, ancora oggi riportato sulla facciata.
[ Clicca sulla foto per ingrandire ]
Grazie ai Mellini l'isolato paese di Seccheto ebbe finalmente accesso all'energia elettrica e i suoi abitanti poterono non solo trovare lavoro nelle cave, ma anche beneficiare di farmaci non reperibili sull'isola e di assistenza medica qualificata che gli amici medici in visita a Piero e Colette prestavano gratuitamente alla popolazione locale.
Durante le sue lunghe permanenze sull'isola, Piero, dandy brillante e mondano, amava ospitare amici da tutto il mondo che qui si rifugiavano dal trambusto: politici come George Drew, Primo Ministro dell'Ontario, e intellettuali come Indro Montanelli, sua moglie Colette Rosselli (figlioccia di Colette Marmont), trascorrevano oziose giornate tra battute di pesca, veleggiate nell'arcipelago e immersioni nelle acque cristalline di Cavoli, allora di proprietà dei Mellini.
Sul finire degli anni '70 Piero e Colette passarono le redini della proprietà alla nipote Cristina che ancora oggi se ne prende cura, con l'aiuto dei figli Fiammetta e Guglielmo, per migliorarla e ammodernarla, ma senza snaturarne storia e tradizione, affinché essa non smetta mai di sorridere a chiunque vi venga ospitato.